La Regione riconosce finalmente l’Igdo come centro storico, ora un confronto pubblico
La Regione Lazio ha adottato lo scorso 13 febbraio la variante d’integrazione del Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR), inerente alla rettifica e all’ampliamento dei beni paesaggistici, che non erano stati ricompresi nel Piano approvato lo scorso agosto dal Consiglio Regionale. Tra questi vi è l’intera area del complesso IGDO, che viene censita come insediamento urbano storico e relativa fascia di rispetto.
E’ una decisione fondamentale, punto di arrivo una lunga battaglia condotta da associazioni, cittadini, movimenti civici e sociali, che per anni hanno fatto di tutto perché fosse riconosciuto e tutelato il valore storico e identitario dell’IGDO. L’inserimento dell’intera area tra i beni del paesaggio, cosiddetti tipizzati, nel Piano Paesaggistico sancisce questo riconoscimento da parte delle istituzioni.
Dopo la pubblicazione del provvedimento avvenuta il 20 febbraio si apre la fase delle osservazioni, che cittadini e amministrazioni comunali possono presentare entro 90 giorni. Ma le norme di tutela previste dal Piano sono immediatamente vigenti, perciò ogni intervento di trasformazione urbanistica ed edilizia del complesso, dovrà ora essere preventivamente approvato dal Mibac e dalla Regione Lazio.
La classificazione come centro storico ha come primo effetto la non applicabilità della rigenerazione urbana. Chi pensava di fare un affare aggiudicandosi all’asta l’IGDO per poco più di un milione e mezzo di euro dovrà fare i conti con l’interesse pubblico che l’area riveste, in quanto connotativa dell’impianto originario della città di Ciampino.
Ora che Ciampino ha visto riconoscere finalmente il suo centro storico, dobbiamo costruire le condizioni perché quell’area, pur considerando le legittime aspirazioni della proprietà, possa diventare il cuore sociale e culturale della città. Per questo la coalizione Diritti in Comune, nata per sostenere attivamente le battaglie delle diverse associazioni e movimenti che negli anni hanno lottato per la sua salvaguardia, chiede di aprire subito un confronto pubblico con i cittadini, le associazioni, i movimenti civici e sociali, le forze politiche sul futuro dell’IGDO.