Bilancio: Per il bene della città chiediamo lo slittamento previsto dalla normativa in virtù dell’emergenza covid-19

La nostra attenzione sul bilancio mostra l’esatto opposto di quanto siamo stati accusati: l’equilibrio economico-finanziario dell’Ente, in questo momento difficile, è ancora più importante che nel passato. Per questo noi chiediamo che il Comune ripensi e approfondisca quei punti del bilancio che noi riteniamo critici e pericolosi. Gli elettori che ci hanno votato chiedono che venga esercitata una verifica e un controllo sull’operato della Giunta: è questo quello che fa un’opposizione responsabile e seria.

La fretta della Giunta di approvare il Bilancio di Previsione per gli anni 2020-2022 è del tutto ingiustificata e nulla ha a che fare con la drammatica emergenza dovuta alla diffusione del Covid-19. Non solo, infatti, non si tiene minimamente conto della contrazione del gettito dei principali tributi che sono attualmente sospesi, ma non è prevista alcuna voce in merito all’emergenza sanitaria che stiamo vivendo.

Attraverso diverse note scritte e nelle tre Commissioni che si sono svolte abbiamo segnalato con preoccupazione l’allarmante squilibrio tra spese correnti e finanziamento delle stesse non ricevendo chiarimenti sufficienti da parte dell’Amministrazione, chiedendo – noi e altre forze dell’opposizione, da ultimo con una nota congiunta del 14 marzo – il prosieguo in sicurezza, tramite videoconferenza, dei lavori.

Ci sono evidenti criticità nello schema di previsione del bilancio, tali da determinare una situazione di squilibrio strutturale. La parte della spesa corrente risulta coperta per lo più da entrate non consolidate ed alcune di esse verrebbero finanziate da entrate in conto capitale, in palese violazione dei principi contabili. Le stesse sarebbero palesemente sovrastimate, come quelle dell’addizionale Irpef, con una previsione inattendibile di maggior gettito di 900mila euro in tre anni, previsione che non tiene peraltro conto dell’inevitabile grave recessione nella quale il paese sarà trascinato, per effetto della drammatica situazione economica dovuta al coronavirus.

L’accantonamento al fondo crediti di dubbia esigibilità risulta fortemente sottostimato, in quanto per diverse tipologie di entrate viene utilizzato un metodo di calcolo diverso da quello disciplinato dalla normativa vigente e dai principi contabili. Così si prevede d’incassare il 67% delle multe accertate, nonostante negli ultimi cinque anni la media degli incassi delle multe non ha superato il 48%. Inoltre a fronte di uno stanziamento per recupero TARI di 2 milioni di euro previsti sul bilancio di previsione 2019, in realtà è stato incassato zero, (dati SIOPE 2019). Pertanto l’accantonamento a fondo crediti non dovrebbe essere del 50% ma del 100%.

Ancora non si evince dalla nota integrativa al Bilancio la motivazione della quintuplicazione della spesa ricompresa nella voce “altre spese correnti”, che prevede uno stanziamento per l’anno 2020 pari a 9 milioni di euro rispetto agli 1,6 milioni dell’anno 2019, così come la tipologia e l’importo degli accantonamenti previsti per le passività potenziali sul bilancio di previsione.

La nostra posizione è a tutela dell’Ente e dei cittadini di Ciampino. D’altronde, proprio il Decreto Legge Cura Italia fa slittare al 30 maggio i termini di presentazione del Bilancio di Previsione e non prevede certo di derogare alla formulazione di un bilancio corretto ed equilibrato. Si continui, dunque, ad operare in esercizio provvisorio, come altri comuni ben più virtuosi di noi stanno facendo (cfr. Comune di Cerveteri), si attinga al fondo di Riserva e si aggiorni lo schema di previsione, sciogliendo tutte le questioni sollevate.

Lo diciamo da anni e purtroppo in questi giorni è ancor più vero: per far fronte alle esigenze sanitarie e sociali si facciano debiti fuori bilancio! Noi siamo disponibili a discuterne e ad approvarli, subito. Diritti in Comune ha da sempre messo al centro del progetto politico la dimensione comunitaria, pubblica e solidale del vivere.
Non permetteremo che dietro la falsa retorica della responsabilità e dell’unità d’intenti, si deroghi al confronto democratico e al rispetto delle norme che presiedono ad una corretta gestione delle risorse pubbliche. La responsabilità, anzi, è proprio questa: l’esercizio della democrazia.