BILANCIO
Il bilancio è il documento nel quale l’amministrazione programma e definisce quale indirizzo politico dare alla propria gestione. L’incapacità di gestire il bilancio ha causato nel 2018 lo scioglimento anticipato della consigliatura e l’avvio della gestione da parte del Commissario prefettizio. L’amministrazione uscente ci ha lasciato in eredità un debito certificato di 11 milioni di euro accumulato negli ultimi anni; il sindaco uscente è stato assessore al bilancio nel periodo 2011- 2014 e sindaco dal 2014 alla primavera 2018.
Compito del Commissario era quindi quello di rivedere i conti e il bilancio del Comune verificando la possibilità di un piano di risanamento o la dichiarazione del dissesto finanziario. Gli atti approvati dal Commissario ripianano il debito creando una situazione emergenziale per tre anni, il dissesto viene sostanzialmente evitato con l’incremento esponenziale delle entrate per multe stradali (dieci volte la cifra dell’anno precedente) l’intensificarsi del recupero dell’evasione (l’invio degli accertamenti IMU 2013 ne sono un esempio) ma soprattutto con la contrazione delle uscite con tagli di oltre l’80% per la spesa sociale (famiglie disagiate, asili nido, assistenza) e alle manutenzioni ordinarie (verde, strade, illuminazioni, scuole) in alcuni casi ridotte a zero euro di stanziamenti. Un dissesto non dichiarato ma presente nei fatti se l’amministrazione non riesce ad erogare i servizi essenziali per i quali è preposta.Ma come si è formato questo debito? Non certo per migliorare la qualità della nostra vita o per la realizzazione di nuovi servizi o infrastrutture. Lo stato di abbandono della città è evidente e le opere pubbliche più importanti non sono state concluse per inadeguatezza di programmazione e di finanziamenti. Quanto ha inciso sul debito la gestione sconsiderata di ASP che dal 2010 al 2016 ha avuto perdite per oltre dieci milioni di euro, prontamente ripianate dai cittadini di Ciampino? Ogni anno paghiamo interessi sui mutui per oltre un milione di euro con un interesse medio di oltre il 5%, ben al disopra dei normali interessi praticati dalle banche ai privati; per che cosa sono stati accesi questi mutui? Al servizio di quali scelte politiche e di quali interessi sociali il debito è stato contratto? Chi ne ha beneficiato? Chi sono i creditori?
È per rispondere anche a queste domande che Diritti in Comune propone:
- Istituzione di una commissione pubblica di Audit sul debito: se il debito è pubblico tutti hanno il diritto di conoscerne l’origine, la legalità delle modalità con cui è stato contratto, la legittimità e la sostenibilità degli obiettivi e degli interessi a cui è stato finalizzato.
L’Audit è uno strumento politico in cui si afferma l’idea che tutti i cittadini e tutte le cittadine sono in grado di occuparsi del proprio futuro, anche affrontando consapevolmente le tematiche economiche; l’Audit ha il compito di ricostruire il passato – come si è formato il debito – e di valutare nel presente come viene gestita la spesa pubblica per costruire un futuro diverso. - Completa trasparenza del bilancio volta al superamento del piano di rientro del Commissario prefettizio ed al recupero delle risorse per ristabilire nelle giuste proporzioni la spesa sociale, la gestione pubblica dei servizi essenziali e degli asili nido, la gestione delle manutenzioni essenziali alla qualità della vita cittadina, l’equa distribuzione delle tasse e dei tributi.
- Adesione e partecipazione attiva alla “Rete dei Comuni contro il dissesto e per un’altra finanza locale” che apra una vertenza nei confronti del governo e dei vincoli imposti dall’UE e in difesa dei diritti delle comunità locali; partecipazione alla campagna per la socializzazione di Cassa Depositi e Prestiti.
- Diritti in Comune si oppone all’uso strumentale del debito, agitato, a livello internazionale, nazionale e locale, come emergenza allo scopo di rendere accettabili e politicamente inevitabili le politiche liberiste di alienazione del patrimonio pubblico, la mercificazione dei beni comuni, la privatizzazione dei servizi, la sottrazione di democrazia.