Dismissione 33 case popolari, grave assenza di un’idea di politiche abitative
Oggi tutte le grandi città d’Europa saranno attraversate da una mobilitazione transnazionale dei movimenti per il diritto alla casa, lanciata dalla European Housing Coalition per avviare una campagna di pressione sociale capace di riaprire una nuova stagione di politiche abitative pubbliche e strutturali. Proroga dello stop agli sfratti oltre giugno 2021, calmiere degli affitti a livello europeo, lotta alla gentrificazione e turistificazione, sono tra gli obiettivi della giornata conflittuale, ma anche una profonda denuncia degli effetti sociali causati dai processi di privatizzazione e dismissione del patrimonio residenziale pubblico.
Proprio ieri abbiamo preso conoscenza in Commissione Tecnico Urbanistica dell’intenzione del Comune di Ciampino di confermare la dismissione di 33 case CER dal patrimonio pubblico, per metterle di fatto in vendita. Si tratta di una scelta presa nel 2104 e confermata dalle Giunte del centrosinistra, che però l’attuale Amministrazione ha deciso di riconfermare, ritenendo valido l’indirizzo politico di una simile mossa.
In caso di approvazione in Regione, avremo 33 case popolari in meno e nessun vincolo in delibera sul reinvestimento di quei fondi per politiche abitative strutturali. L’ennesima scelta che conferma i processi di dismissione del patrimonio pubblico, e che nasconde il vuoto di idee sulle politiche abitative pubbliche. A poco servono le rassicurazioni dell’Assessore al patrimonio: in un momento come questo, con una crisi sociale drammatica, c’è bisogno di impegni seri e di scelte radicalmente diverse, fatte di investimenti pubblici in grado di dare risposte materiali ai bisogni delle persone.