Porchetta, lettera aperta in risposta alla candidata Ballico
Comprendo che le elezioni comunali possano rappresentare per qualcuno un’ancora di salvezza, magari quel lavoro a tempo pieno che manca, la svolta di una vita. Finché sfottono il mio cognome rappresentando una “porchetta senza testa”, mi ci faccio una risata su e un po’ li compatisco. Ciascuno ha il suo stile, che certamente non si insegna. Certo che i difensori della “famiglia tradizionale” che sfottono i cognomi, i quali si portano dietro tutta la storia di una famiglia, definiscono il livello culturale e anche la scarsa coerenza.
Quando però scrivono che io sarei “la stampella dei palazzinari”, perché con il comunicato di ieri regalerò di fatto la città ai palazzinari, devo necessariamente prendere parola e rispondere alla leader strillona del centrodestra, alla piccola “Meloni ciampinese”.
In primis invito tutti a riflettere su chi l’ha selezionata, non una ma ben due volte, ovvero quella “classe politica” del centrodestra romano che è da sempre la faccia istituzionale di palazzinari e poteri forti. Da sempre. Che poi scusi, signora Ballico, non è così anche per lei qui a Ciampino? Proviamo a capire un po’ meglio.
Ricorda il Piano Integrato di Via Reverberi? Nonostante le promesse prese davanti a me e a tanti cittadini prima delle elezioni ha regalato a un noto costruttore ciampinese la possibilità di completare la realizzazione delle sue palazzine, rimandando il completamento dei lavori pubblici previsti nella cantina sociale, previsto come compensazione, ad un momento successivo. Come? Redigendo un cronoprogramma che dà al costruttore di cui sopra circa 2 anni di tempo in più per l’inizio dei lavori successivi al rilascio della licenza edilizia.
Quello che la signora Ballico e i suoi tecnici dovrebbero spiegarci è perché sia stato stralciato quanto era stato invece sottoscritto dalla commissaria prefettizia in un precedente un accordo di programma che obbligava il costruttore a fare esattamente il contrario. Prima si realizza l’opera di pubblica utilità, poi l’intervento edilizio. Io un’idea ce l’ho ma sarebbe gradita una sua risposta.
Chi è la stampella dei costruttori? Lei o chi come me in Consiglio comunale si è opposto a tutto questo?
Andiamo avanti, e parliamo dei suoi collaboratori. Lei ha portato a Ciampino nel suo team diversi dirigenti romani che parteciparono attivamente, da protagonisti, alla costruzione del piano regolatore di Veltroni, e ora ci viene a parlare di palazzinari e alternativa al PD? Lei che si è circondata dei tecnici e professori universitari pagati lautamente, tramite consulenze faraoniche che sono costate alla città circa 110 mila euro a fronte di un processo di rigenerazione urbana mai partito?
Lei ha l’ardire di associare la mia persona “ai palazzinari”?
Forse è un problema di memoria! Se così è, per iniziare, si faccia raccontare il ruolo politico del centrodestra nell’approvazione delle varianti al piano regolatore di Ciampino, in particolare delle zone legge 167, qualora non lo conosca bene. Si faccia raccontare come per venti anni il centrodestra a Ciampino ha coscientemente deciso di abdicare a qualunque forma di opposizione alle scelte del centrosinistra, in cambio di strapuntini e accordi politici “ai più alti piani” che tutti conoscono, e che volendo sono facilmente identificabili con cariche. Di senatori d’altronde ne abbiamo avuti pochi in questo territorio.
Soprattutto si faccia raccontare di Colle Oliva, su questo può chiedere delucidazioni al suo ex vicesindaco che la vicenda la conosce molto bene. Vede, io quando facevo le battaglie a Ciampino per la città pubblica, lei non sapeva neanche dove fosse la nostra città. Poi è stata catapultata qui dagli organismi politici di partito ed ha vinto meritatamente le elezioni. Chapeu. In due anni è riuscita nell’impresa di perdere una maggioranza bulgara e senza colpo ferire si ripresenta senza uno stralcio di autocritica.
Io però in questi due anni e mezzo ho visto lei e la sua gente all’opera: ho letto e studiato i suoi “progetti” (in realtà semplici rendering in 3D il più delle volte, ma al tempo della propaganda li passiamo come progetti) e quindi mi permetto di esercitare il legittimo diritto di critica politica, nel merito.
I suoi progetti ridurrebbero Ciampino ad essere una città privatizzata, senza quasi più nulla di pubblico. Per questo ho contrastato in prima persona quei progetti di cui tanto lei si vanta. Ho contrastato in particolare il progetto di svendita della Cantina sociale, che lei vorrebbe convertire in un centro di analisi e una filiale bancaria. La nostra ex Cantina sociale, quella che aspettiamo da venti anni, e che è stata pensata come polo culturale e che lei vorrebbe regalare a un altro privato, quando mancano 100 metri dall’arrivo dalla conclusione dell’opera!
In questi due anni ho anche partecipato a tre esposti all’Autorità Nazionale Anti-Corruzione, insieme a tanti altri consiglieri di minoranza, da lei sempre considerati un peso per i suoi grandi obiettivi, più che un pezzo di rappresentanza democratica dei cittadini elettori.
Colgo l’occasione per ricordarle che l’ANAC è riuscita a riprenderla per ben due volte in tre anni: la prima volta con sospensiva di tre mesi dall’assegnazione degli incarichi e la seconda facendole notare che i progetti agli architetti si affidano per bando, e non facendoli lavorare gratis per farsi scrivere il progetto in cambio di un impegno a dargli successivamente la direzione dei lavori!
Signora Ballico esistono ancora le regole in questo paese, nonostante un pezzo significativo di ceto politico le consideri sempre un limite alla “giusta” sfrontatezza!
Ho visto inoltre in questi due anni l’arroganza e la prepotenza di chi non ha mai rispettato le minoranze e non ha mai voluto un confronto politico, di chi spegneva il microfono durante gli interventi di Consiglio comunale grazie alla gestione dell’organo garante, la Presidenza del Consiglio comunale, che si è contraddistinto per prepotenza e non rispetto delle regole civili.
Concludo dicendo che non è vero che destra e sinistra non esistono più: lei signora Ballico è una donna di destra, di estrema destra come sostiene la sua leader di partito Giorgia Meloni. Lei sostiene e si riconosce in valori umani e politici lontani anni luce dai miei, e non capisco perché non dovrei tenere conto nelle mie valutazioni politiche.
Io ho ascoltato il discorso della Meloni dal palco di Vox, organizzazione di estrema destra spagnola che si contraddistingue per le retate contro gli immigrati e gli slogan pieni di odio e violenza. Non ho “avuto paura” come dicono alcuni, ho provato solo ribrezzo e rabbia per quelle parole. Rabbia per quei rigurgiti che cavalcano la crisi economica e le difficoltà delle persone comuni indicandogli un falso nemico e una finta soluzione.
Io appartengo all’altra parte del mondo, sarà per questo che quando ho visto camminare negli uffici comunali uno come Ciavardini, condannato per la strage di Bologna e amico di qualche suo compagno di viaggio, mi ha nuovamente ribollito il sangue.
Pensi, signora Ballico. Lei ha fatto talmente tanto in due anni che è riuscita nell’impresa di farmi dire che l’altra opzione, il centrosinistra le cui scelte ho combattuto per strada una vita, e che ancora oggi non mostra segni significativi di discontinuità politica, è meno pericoloso di quella che ha in mente lei per questa città.
Io non mi rassegno certamente al meno peggio e, in completa autonomia e insieme a chi crede che un altro mondo sia ancora possibile, continuerò a sfidare le vostre, terribili per me, idee politiche.
Sino alla vittoria.