CHE COSA E’
Le Regioni a statuto ordinario hanno la facoltà di chiedere competenze concorrenti con lo Stato ( 20 materie) e in esclusiva (3 materie) per legiferare ed amministrare in quasi totale autonomia (titolo V della Costituzione modificato nel 2001, governi D’Alema e Amato).
Avremmo quindi 20 staterelli che decidono i destini delle popolazioni amministrate su scuola, sanità, contratti lavorativi, previdenza, trasporti, porti, aeroporti, infrastrutture, energia, ambiente e così via…
E’ questa la soluzione ai gravi problemi resi oggi ancora più gravi dalla guerra, le crisi economiche e ambientali che il nostro Paese si trova di fronte?
Il governo Meloni, completamente indifferente alle profonde sperequazioni presenti, alle nuove povertà, al rischio sempre più stringente di una deindustrializzazione in caduta verticale, si appresta a mettere in atto un processo accelerato per approvare il disegno di legge Calderoli (lo stesso della legge elettorale “Porcellum”).
COSA AGGIUNGE ALLE PRECEDENTI INTESE SOTTOSCRITTE TRA LO STATO E LE REGIONI LOMBARDIA, VENETO, EMILIA ROMAGNA?
Nel disprezzo di ogni forma democratica, il governo Gentiloni alla vigilia delle elezioni politiche del 2018 firma le pre-intese con le tre regioni sopra ricordate. Il Governo Conte, Lega / Cinque stelle, lascia la trattativa quasi segreta alla sottosegretaria leghista. Solo una fortuita casualità ne impedisce l’approvazione. Una agenzia universitaria (Rumors) pubblica gli accordi arrestando il perverso progetto. Molti si oppongono, forze politiche e sociali, movimenti. Nasce il Tavolo “Contro ogni autonomia differenziata” nei territori e coordinato a livello nazionale, tutt’oggi impegnati ad opporsi allo scempio anticostituzionale e antipopolare che un simile progetto provocherebbe.
MA OGGI SIAMO DIFRONTE AD UN DDL APPROVATO DAL CONSIGLIO DEI MINISTRI, PASSATO AL VAGLIO DELLE REGIONI CHE A MAGGIORANZA DANNO PARERE FAVOREVOLE (contrarie Toscana, Puglia, Campania, Emila Romagna) COSI’ ARTICOLATO:
Il Parlamento è ridotto a semplice “spettatore” che dovrà accettare o respingere gli accordi sottoscritti tra Stato e Regioni. Il ministro Calderoli, oltretutto, ne diventa il ministro preminente in ogni passaggio legislativo.
I livelli essenziali di prestazione (LEP), i diritti civili e sociali previsti in Costituzione e dunque che dovrebbero essere omogenei su tutto il territorio nazionale, saranno definiti da meccanismi esclusivamente governativi e tecnici, esautorando ancora una volta il Parlamento, ma soprattutto le realtà territoriali, le parti sociali, le popolazioni.
Le regioni potranno trattenere le entrate fiscali statali in misura non definita (negli accordi precedenti si prevedeva fino al 90%) per la propria amministrazione. Si vanno così ad accentuare le acute sperequazioni già oggi esistenti. Non porterà un beneficio neppure alle parti povere delle regioni beneficiarie. Renderà ancora più ricchi quelli ricchi. Ci saranno spinte ulteriori alle privatizzazioni. Lascerà territori desertificati perché abbandonati da investimenti. Acuirà la logica globale competitiva, già oggi molto feroce.
Lo Stato sarà trasformato nei fatti in una sorta di “bad company” con il carico del debito pubblico complessivo e non potrà avere quel ruolo che la Costituzione prevede: garante dei diritti universalmente attribuiti, solidarietà, uguaglianza, unità e indivisibilità della Repubblica.
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DIRITTI IN COMUNE RIAFFERMA LA NETTA CONTRARIETA’ AL DISEGNO SCELLERATO
NO ALLA POLITICA, PERALTRO ILLUSORIA, DELLA LEGA ANCORA PROTAGONISTA DEL BLOCCO DI POTERE DEI CETI IMPRENDITORIALI, LA COSIDDETTA LOCOMOTIVA DEL NORD NON AGGANCERA’ L’EUROPA , LASCERA’ INVECE MACERIE, DIVISIONI PROFONDE NEL PAESE, ARRETRATEZZE, POVERTA’, INGIUSTIZIE.
NO ALLE AMBIZIONI DI FRATELLI DI ITALIA E DELLA MELONI. SONO PRONTI A SCAMBIARE LO SPEZZETTAMENTO IN 20 PICCOLE PATRIE DEL PAESE CON LA VIA DEL PRESIDENZIALISMO.
SUL NOSTRO TERRITORIO DIC E’ IMPEGNATA A FARE LA PROPRIA PARTE
Ha presentato in Consiglio comunale una mozione contro l’Autonomia Differenziata
Ha aderito e partecipa alla rete dei movimenti e forze sociali – sono centinaia – che in tutta Italia si stanno ancora di più mobilitando per opporsi al ddl Calderoli.
Condivide e sostiene tutte le proposte e le azioni che propongono una alternativa.
OGGI E’ NECESSARIO E URGENTE
Bloccare qualsiasi attribuzioni di ulteriori competenze alle regioni
Definire principi, modi e procedure per distribuire le risorse su basi perequative pro-capite e incrementare le risorse per superare le assenze e le inadeguatezze che lasciano molte parti del Paese in condizioni arretrate
Ampliare il fondo di solidarietà dei comuni, per consentire di dotare le zone sprovviste di servizi indispensabili nella sanità, scuola, trasporti, ambiente, protezione del territorio
Rivalutare il ruolo dei comuni, favorendo forme consorziate, aprire a forme di partecipazione popolare e di controllo.
Ricondurre le regioni al loro compito legislativo e programmatorio.