Roma vuole spostare gli autodemolitori alle porte di Ciampino? Chiediamo chiarezza ed esprimiamo il timore della comunità

“Cosa si sta tentando di fare alle porte del nostro territorio, in merito alla delocalizzazione degli autodemolitori romani? Questa mattina stessa abbiamo protocollato un’interrogazione in merito alle allarmanti notizie che arrivano circa una prossima ordinanza del Sindaco di Roma finalizzata a spostare ai confini di Ciampino gran parte degli sfasciacarrozze della zona di Centocelle, dopo il grave incendio di luglio scorso di uno di questi”. Lo dichiara il movimento Diritti in Comune in una nota a seguito delle notizie uscite nella giornata di ieri su alcuni organi di stampa. 

“Siamo ben consapevoli dei problemi socio-ambientali del quadrante di Roma est – dichiara il consigliere comunale di DiC Alessandro Porchetta -, siamo in contatto con alcuni residenti dell’area e siamo solidali con le loro battaglie, ma la soluzione del Comune di Roma non può essere quella di riproporre esattamente lo stesso scenario in un’altra zona della città. La soluzione dovrebbe prevedere una localizzazione diffusa, caso per caso, senza andare a creare altri mostri ecologici come quello in questione. Per questo – prosegue Porchetta – chiediamo trasparenza ed un pronto intervento dell’Amministrazione comunale di Ciampino, sia per fare chiarezza sulla vicenda che per ribadire la forte preoccupazione della nostra comunità”. 

“Il Comune di Roma – conclude la consigliera comunale di DiC Francesca De Rosa – ancora una volta sembra avere intenzione di spostare i suoi problemi sull’estrema periferia romana e dunque sulla nostra Provincia. I Comuni dell’Area metropolitana non sono la discarica dell’Urbe, il modello individuato per la questione rifiuti non può continuare anche con il tema degli autodemolitori! L’area in questione ha vissuto anni di aggressione ambientale con la vergognosa baraccopoli monoetnica della Barbuta, chiusa un anno fa, dove abbiamo denunciato tante volte la rete di smaltimento illecito di rifiuti che portava al fenomeno dei roghi tossici. Oggi quell’area va urgentemente bonificata. L’ultima cosa da fare è spostarci l’ennesima bomba ecologica, in un territorio già martoriato da inquinamento aeroportuale e veicolare”.

Saremo opposizione vigile, a Colella chiediamo discontinuità

Facciamo gli auguri alla nuova sindaca di Ciampino, Emanuela Colella, da parte della comunità di Diritti in Comune, con la speranza di lavorare in Consiglio comunale per il bene comune e l’esclusivo interesse della collettività, ma soprattutto con la certezza di avere da parte nostra un’opposizione ferma, vigile, costruttiva e attenta a tutte le misure che la nuova giunta metterà in atto.

Siamo fiduciosi che il nuovo corso avrà un migliore riguardo nei confronti dei contrappesi consiliari, dei ruoli delle minoranze, delle garanzie democratiche. Ma siamo anche consapevoli che questo governo del centrosinistra parte senza aver intrapreso un serio percorso di rinnovamento, sia di classe dirigente che di politiche. Da parte nostra ribadiamo il nostro ruolo di guardiani attenti della città pubblica, sostenibile e partecipata, dai banchi della minoranza e dalle posizioni che abbiamo espresso nel nostro programma per Alessandro Porchetta sindaco. Auspichiamo però che la nuova Sindaca abbia da subito la volontà di rafforzare il tentativo di cambiare rotta, rapidamente, già con le prime scelte relative alla giunta comunale. La città ha bisogno di amministratori con un profilo politico chiaramente in rottura con la cultura politica delle passate amministrazioni di centrosinistra, nonché di figure qualificate, scelte per le loro competenze specifiche.

Se prevarrà la logica del bilancino e dell’equilibrismo tra portatori di voto non ci sarà nulla di nuovo sotto al sole. Il discorso vale ancora di più per le aziende partecipate, che, almeno per ASP, dovranno essere guidate verso il rapido ritorno ad Azienda Speciale Comunale tramite una gestione dall’indirizzo politico orientato alla tutela esclusiva dei servizi pubblici di qualità, che dovranno tornare ad essere economicamente sostenibili per le famiglie (i.e. mense) e fuori da logiche di mercato. Per fare questo però non basta la buona volontà politica, servono persone altamente qualificate, competenze e professionalità indiscutibili. Oggi la neo Sindaca ha la forza di fare queste scelte, coerentemente con quanto dichiarato in campagna elettorale: già da domani sarà più debole se le scelte fatte non saranno andate in questa direzione a causa dei veti dei vari partiti o dei personalismi, in primis interni al Partito Democratico.

Sappiamo infatti che la cultura dei partiti nazionali che guidano i processi politici sul nostro territorio è ben lontana dal voler dare rappresentanza agli interessi pubblici delle comunità. Per questo crediamo che un reale e profondo cambiamento non potrà avvenire seguendo le logiche del mondo dei partiti “tradizionali”, un mondo che allontana la gente dalle urne e che si trova concorde nel seguire l’agenda neoliberista a tutti i livelli.

Per questo, scongiurato un ritorno delle destre più nostalgiche, reazionarie e affaristiche del Lazio, il nostro obiettivo resta quello di dare una solida casa politica ai cittadini e le cittadine che si organizzano dal basso a Ciampino, che non si arrendono al “sempre uguale” ma hanno la pazienza di costruire un pezzo alla volta quella alternativa che serve alla città, al Paese, al mondo intero. Noi lavoriamo per rafforzare questa opzione a Ciampino attraverso la ricostruzione di un soggetto politico autonomo, avanguardia nella capacità di tessere relazioni comunitarie libere da dinamiche di potere e partitiche classiche.

Porchetta, lettera aperta in risposta alla candidata Ballico

Comprendo che le elezioni comunali possano rappresentare per qualcuno un’ancora di salvezza, magari quel lavoro a tempo pieno che manca, la svolta di una vita. Finché sfottono il mio cognome rappresentando una “porchetta senza testa”, mi ci faccio una risata su e un po’ li compatisco. Ciascuno ha il suo stile, che certamente non si insegna. Certo che i difensori della “famiglia tradizionale” che sfottono i cognomi, i quali si portano dietro tutta la storia di una famiglia, definiscono il livello culturale e anche la scarsa coerenza.
Quando però scrivono che io sarei “la stampella dei palazzinari”, perché con il comunicato di ieri regalerò di fatto la città ai palazzinari, devo necessariamente prendere parola e rispondere alla leader strillona del centrodestra, alla piccola “Meloni ciampinese”.
In primis invito tutti a riflettere su chi l’ha selezionata, non una ma ben due volte, ovvero quella “classe politica” del centrodestra romano che è da sempre la faccia istituzionale di palazzinari e poteri forti. Da sempre. Che poi scusi, signora Ballico, non è così anche per lei qui a Ciampino? Proviamo a capire un po’ meglio.

Ricorda il Piano Integrato di Via Reverberi? Nonostante le promesse prese davanti a me e a tanti cittadini prima delle elezioni ha regalato a un noto costruttore ciampinese la possibilità di completare la realizzazione delle sue palazzine, rimandando il completamento dei lavori pubblici previsti nella cantina sociale, previsto come compensazione, ad un momento successivo. Come? Redigendo un cronoprogramma che dà al costruttore di cui sopra circa 2 anni di tempo in più per l’inizio dei lavori successivi al rilascio della licenza edilizia.
Quello che la signora Ballico e i suoi tecnici dovrebbero spiegarci è perché sia stato stralciato quanto era stato invece sottoscritto dalla commissaria prefettizia in un precedente un accordo di programma che obbligava il costruttore a fare esattamente il contrario. Prima si realizza l’opera di pubblica utilità, poi l’intervento edilizio. Io un’idea ce l’ho ma sarebbe gradita una sua risposta.
Chi è la stampella dei costruttori? Lei o chi come me in Consiglio comunale si è opposto a tutto questo?

Andiamo avanti, e parliamo dei suoi collaboratori. Lei ha portato a Ciampino nel suo team diversi dirigenti romani che parteciparono attivamente, da protagonisti, alla costruzione del piano regolatore di Veltroni, e ora ci viene a parlare di palazzinari e alternativa al PD? Lei che si è circondata dei tecnici e professori universitari pagati lautamente, tramite consulenze faraoniche che sono costate alla città circa 110 mila euro a fronte di un processo di rigenerazione urbana mai partito?

Lei ha l’ardire di associare la mia persona “ai palazzinari”?
Forse è un problema di memoria! Se così è, per iniziare, si faccia raccontare il ruolo politico del centrodestra nell’approvazione delle varianti al piano regolatore di Ciampino, in particolare delle zone legge 167, qualora non lo conosca bene. Si faccia raccontare come per venti anni il centrodestra a Ciampino ha coscientemente deciso di abdicare a qualunque forma di opposizione alle scelte del centrosinistra, in cambio di strapuntini e accordi politici “ai più alti piani” che tutti conoscono, e che volendo sono facilmente identificabili con cariche. Di senatori d’altronde ne abbiamo avuti pochi in questo territorio.

Soprattutto si faccia raccontare di Colle Oliva, su questo può chiedere delucidazioni al suo ex vicesindaco che la vicenda la conosce molto bene. Vede, io quando facevo le battaglie a Ciampino per la città pubblica, lei non sapeva neanche dove fosse la nostra città. Poi è stata catapultata qui dagli organismi politici di partito ed ha vinto meritatamente le elezioni. Chapeu. In due anni è riuscita nell’impresa di perdere una maggioranza bulgara e senza colpo ferire si ripresenta senza uno stralcio di autocritica.
Io però in questi due anni e mezzo ho visto lei e la sua gente all’opera: ho letto e studiato i suoi “progetti” (in realtà semplici rendering in 3D il più delle volte, ma al tempo della propaganda li passiamo come progetti) e quindi mi permetto di esercitare il legittimo diritto di critica politica, nel merito.
I suoi progetti ridurrebbero Ciampino ad essere una città privatizzata, senza quasi più nulla di pubblico. Per questo ho contrastato in prima persona quei progetti di cui tanto lei si vanta. Ho contrastato in particolare il progetto di svendita della Cantina sociale, che lei vorrebbe convertire in un centro di analisi e una filiale bancaria. La nostra ex Cantina sociale, quella che aspettiamo da venti anni, e che è stata pensata come polo culturale e che lei vorrebbe regalare a un altro privato, quando mancano 100 metri dall’arrivo dalla conclusione dell’opera!

In questi due anni ho anche partecipato a tre esposti all’Autorità Nazionale Anti-Corruzione, insieme a tanti altri consiglieri di minoranza, da lei sempre considerati un peso per i suoi grandi obiettivi, più che un pezzo di rappresentanza democratica dei cittadini elettori.
Colgo l’occasione per ricordarle che l’ANAC è riuscita a riprenderla per ben due volte in tre anni: la prima volta con sospensiva di tre mesi dall’assegnazione degli incarichi e la seconda facendole notare che i progetti agli architetti si affidano per bando, e non facendoli lavorare gratis per farsi scrivere il progetto in cambio di un impegno a dargli successivamente la direzione dei lavori!
Signora Ballico esistono ancora le regole in questo paese, nonostante un pezzo significativo di ceto politico le consideri sempre un limite alla “giusta” sfrontatezza!

Ho visto inoltre in questi due anni l’arroganza e la prepotenza di chi non ha mai rispettato le minoranze e non ha mai voluto un confronto politico, di chi spegneva il microfono durante gli interventi di Consiglio comunale grazie alla gestione dell’organo garante, la Presidenza del Consiglio comunale, che si è contraddistinto per prepotenza e non rispetto delle regole civili.
Concludo dicendo che non è vero che destra e sinistra non esistono più: lei signora Ballico è una donna di destra, di estrema destra come sostiene la sua leader di partito Giorgia Meloni. Lei sostiene e si riconosce in valori umani e politici lontani anni luce dai miei, e non capisco perché non dovrei tenere conto nelle mie valutazioni politiche.
Io ho ascoltato il discorso della Meloni dal palco di Vox, organizzazione di estrema destra spagnola che si contraddistingue per le retate contro gli immigrati e gli slogan pieni di odio e violenza. Non ho “avuto paura” come dicono alcuni, ho provato solo ribrezzo e rabbia per quelle parole. Rabbia per quei rigurgiti che cavalcano la crisi economica e le difficoltà delle persone comuni indicandogli un falso nemico e una finta soluzione.
Io appartengo all’altra parte del mondo, sarà per questo che quando ho visto camminare negli uffici comunali uno come Ciavardini, condannato per la strage di Bologna e amico di qualche suo compagno di viaggio, mi ha nuovamente ribollito il sangue.

Pensi, signora Ballico. Lei ha fatto talmente tanto in due anni che è riuscita nell’impresa di farmi dire che l’altra opzione, il centrosinistra le cui scelte ho combattuto per strada una vita, e che ancora oggi non mostra segni significativi di discontinuità politica, è meno pericoloso di quella che ha in mente lei per questa città.
Io non mi rassegno certamente al meno peggio e, in completa autonomia e insieme a chi crede che un altro mondo sia ancora possibile, continuerò a sfidare le vostre, terribili per me, idee politiche.
Sino alla vittoria.

Ballottaggio: Non un voto alle destre!

Il percorso politico di Diritti in Comune nasce come alternativa e in contrapposizione alle ultime giunte di centrosinistra, provenendo in larga parte da esperienze di opposizione sociale a quelle esperienze di governo. Ricordiamo bene l’aggressione al patrimonio e ai servizi pubblici ad opera delle giunte a guida Pd – perché eravamo spesso gli unici ad opporsi mentre centrodestra e centrosinistra si accordavano sottobanco – e siamo consapevoli che non si è ancora verificato l’auspicato rinnovamento in quel fronte politico.

Allo stesso modo, i due anni di amministrazione Ballico ci hanno visto fermamente all’opposizione del suo progetto devastante per la città, caratterizzato, come ha ricordato il nostro candidato sindaco Alessandro Porchetta, dal totale spregio delle regole e dei ruoli della democrazia rappresentativa, dall’azione politica di una destra nostalgica e revisionista, e soprattutto da un preciso disegno di alienazione della città pubblica, rivendicato dal centrodestra in questa campagna elettorale.

Forti del nostro straordinario risultato di coalizione e del successo della lista di DiC, che rappresenta una delle poche forze politiche in ascesa a Ciampino, ci siamo presi l’impegno di onorare il nostro programma elettorale dal ruolo cui siamo stati demandati dall’elettorato: nella minoranza consiliare. Questo non significa però che al ballottaggio saremo equidistanti. Abbiamo ricevuto dalla candidata Emanuela Colella sostanziali aperture ad affrontare in Consiglio comunale alcune delle nostre rivendicazioni programmatiche. Un impegno che può essere mantenuto o meno, però esiste ed è stato preso dalla candidata in persona. Dall’altra parte, il centrodestra continua a propinarci il suo programma come intoccabile e perfetto, quando al contrario noi pensiamo che rappresenti la pietra tombale di ciò che resta della città pubblica.

Non c’è altra scelta possibile, rimanere immobili oggi significa consegnare la città in mano a interessi privati che, in nome del profitto, trasformeranno definitivamente la nostra città in una periferia commerciale senz’anima e senza futuro. Il progetto sulla ex Cantina sociale parla chiaro, così come molte altre delle scelte messe in campo dalla giunta Ballico. Per questo abbiamo detto: non un voto a queste destre! I nostri elettori non sono pacchetti di voti da spostare a piacimento, sono capaci di fare le proprie scelte. Da parte nostra possiamo solo essere coerenti con il nostro percorso politico degli ultimi anni e dunque ribadire che la giunta Ballico è la peggiore delle opzioni in campo. Per questo ci esponiamo affinché non torni al governo della città di Ciampino.

Per concludere, abbiamo sempre detto che il bipolarismo ciampinese porta avanti la stessa agenda di potere economico neoliberista, dunque il nostro impegno resta fermo nel tentare di cambiare le cose attraverso scelte politiche reali, che aggrediscano quel blocco di potere e riconsegnino la città ai propri cittadini. Su quel fronte ci troverete sempre: prima, durante e dopo ogni elezione.

Porchetta intervistato da DIRE su salute, Igdo e tanto altro…

(DIRE) Roma, 28 mag. – “Il rischio della Case di comunità, già ampiamente denunciato, è di avere un investimento forte che però per problemi legati al personale non coperto dal PNRR, potrebbe di fatto bloccarsi per carenze di risorse professionali e di tecnologie. Non è questione di spazi, quelli sono stati identificati e finanziati in ambito PNRR, ma c’è bisogno di
medici, pediatri, specialisti, infermieri di comunità”. Alla Dire il candidato sindaco Alessandro Porchetta, 38 anni, un passato d’impegno per la cittadina alle porte della Capitale che torna al voto il 12 giugno e professore associato in chimica all’Università Tor Vergata, sostenuto dalle liste civiche ‘Diritti in comune’, ‘Partecipazione attiva’ e ‘Insieme per Ciampino’, nella querelle elettorale sul presidio sanitario per Ciampino lancia l’allarme di non cadere nella trappola di ‘cattedrali nel deserto’, senza risorse professionali adeguate e la necessaria tecnologia. E proprio su questo Porchetta ritiene che la strada da percorrere sia quella di “un ufficio di scopo per fund raising: fondi europei, finanziamento da fondazioni”, cita come esempi, orientando il lavoro sul distretto sanitario Marino-Ciampino, coinvolgendo la figura del sindaco “che ha un ruolo fondamentale, come responsabile della salute, nella
conferenza sanitaria locale ed è coinvolto direttamente nei piani programmatici dell’Asl anche per verifica e controllo”. Perché senza un’adeguata programmazione i fondi non vengono utilizzati, come accaduto in passato: “Ci sono stati fondi del distretto sanitario regionale non utilizzati per difficoltà burocratiche e mancata approvazione di bilanci, una vergogna”, ricorda il candidato.

Guardando al futuro Porchetta parla di “mettere in piedi un sistema efficiente di analisi dati a disposizione, una programmazione di indicatori come l’ indice BES, un osservatorio permanente sui dati per il benessere territorio”, un sistema che consenta una programmazione attenta alle reali necessità del territorio, ma intanto, guardando alle emergenze, ci sono delle chiare priorità per i suoi primi tre mesi di governo: “La
manutenzione ordinaria dei plessi scolastici, perché la situazione è drammatica- sottolinea- e il verde pubblico”. E ancora, sempre nel programma, altri punti cardine sono:
“L’integrazione dell’attività sanitaria con i servizi sociali, l’istituzione della figura del Garante infanzia e adolescenza e uno sportello anti violenza nella Casa di Comunità” e non da ultimo “andare in Regione affinché la neuropsichiatria infantile e il consultorio di Ciampino siano garantiti come servizio sanitario territoriale con un numero adeguato di personale
medico”.

Alessandro Porchetta risponde anche sull’IGDO, tema struggente per i ciampinesi che al centro della loro città hanno una montagna di macerie dell’istituto religioso bombardato dal
lontano 1943. Il tema è spesso portato in auge dalla candidata di centro- destra Daniela Ballico che, con una lista che la sostiene e porta il nome del complesso bombardato, ne ha fatto tema cruciale della sua campagna elettorale e che durante la sua consiliatura ha fatto una delibera per la riappropriazione da parte del Comune del bene oggi in mano all’imprenditore privato Schiaffini. Porchetta sul tema invita a non cadere in facili entusiasmi: “Bugie e chiacchiere da bar- dice- La pubblica utilità non si dimostra con una delibera di giunta, il progetto Ballico non c’è ed il privato non ha intenzione di cedere. È stata solo una generica manifestazione di volontà politica condivisibile – il sindaco del PD Terzulli non partecipò all’asta pubblica- ricorda- ma non c’è nessuna declinazione amministrativa
concreta: serve una variante al PRG, l’approvazione della stessa in Comune e Regione, e un progetto concordato con la Soprintendenza. Ci vogliono anni e per ricostruirlo per noi è
fondamentale sentire i cittadini su cosa fare tramite un laboratorio di partecipazione progettuale”.

Oggi, sabato 28 maggio, il candidato Porchetta e la squadra che lo sostiene con i cittadini appassionati animeranno una passeggiata lungo il Parco Fluviale – progetto su cui Porchetta è al lavoro da tempo – della Mola Cavona e della Torre dell’Acqua Sotterra: “Abbiamo in mente l’istituzione di un parco fluviale intorno al fosso, che vorremmo recuperare, e realizzarvi una pista ciclabile e un percorso pedonale. Un progetto che insieme alla realizzazione del Parco di Mura dei Francesi cambierà il volto alla città. Siamo in attesa da quando alcune scoperte archeologiche hanno permesso di mettere il vincolo sulla zona
impedendo che sorgessero nuove palazzine. Dopo la cura del cemento, noi saremo quelli che verranno ricordati per la cura del verde a Ciampino”, rimarca.

Tornando ai numeri e all’aspra competizione elettorale, il pensiero va all’ipotesi del ballottaggio. Se fosse tra Ballico (Fdi) e Colella (Pd), Porchetta ha un indirizzo da dare ai suoi elettori? “Ora- risponde- siamo concentrati sul nostro percorso, in quel caso apriremo un confronto a nostro interno e pubblico all’esterno. Vinciamo noi, ma se non fossimo noi a vincere chiameremo la candidata di centro sinistra a confrontarsi pubblicamente sui temi, e saranno i cittadini a decidere cosa vorranno fare. Non ci sarà nessun accordo di governo al secondo turno, questo è sicuro”, e pensando ai cugini francesi Porchetta ironizza: in ogni caso “come dice Melanchon… no Le Pen, non un voto alla Ballico”.
(Sim/ Dire)
09:14 28-05-22

La coalizione di Alessandro Porchetta ufficializza le liste: “Pronti a vincere per trasformare la città”

Ieri pomeriggio abbiamo depositato in Municipio le liste della nostra coalizione: da questo momento parte ufficialmente la campagna elettorale per Alessandro Porchetta Sindaco.

Tre liste, espressione di mondi e storie diverse, unite dalla medesima necessità di un radicale cambiamento a Ciampino rispetto al passato. Siamo donne e uomini comuni, i nostri candidati e candidate provengono dai quartieri, dai comitati, dall’associazionismo, dal mondo del lavoro, le piccole e medie imprese, la scuola e la sanità.
Siamo cittadini che hanno deciso di cambiare le cose, di giocare questa importante partita per Ciampino in prima linea, decisi a vincere per trasformare in meglio il destino della nostra città.

Vogliamo una Ciampino pubblica e saremo il governo dei cittadini che entrano nelle Istituzioni per realizzarla. Il palazzo di largo Felice Armati, per noi, non sarà un punto d’arrivo, ma il punto di partenza di un processo che rinnoverà nel profondo il modo di intendere la città.

Il nostro programma è chiaro in tal senso, è un lavoro attento e per noi fondamentale, che presenteremo nei prossimi giorni attraverso iniziative specifiche: un nuovo modello di convivenza tra uomo e natura; aziende pubbliche pensate nell’interesse dei cittadini e non per fare business; un Comune trasparente, attento alle esigenze della scuola, ai servizi pubblici, alle politiche attive per il lavoro, al rilancio di un patrimonio pubblico finalmente aperto, fruibile e co-gestito dalle persone che vivono la città. Il nostro obiettivo è rimettere in comune ciò che appartiene a tutti

Siamo una coalizione ampia e popolare, progressista ma capace di andare oltre i vecchi steccati della politica. Abbiamo l’appoggio e il contributo diretto di personalità che hanno esperienze amministrative, nonché di due ex-candidati a Sindaco di due diverse coalizioni all’ultima tornata elettorale. Segno dell’interesse che la nostra proposta suscita nella politica in modo trasversale. Ma abbiamo anche il sostegno di realtà civiche, movimenti e singoli cittadini che provengono dalle lotte storiche di questa nostra città, in ambito sociale e ambientale, dell’attivismo culturale e del tessuto più vivo e più intraprendente del territorio.

Sono tutte e tutti loro che hanno animato le nostre tre liste: Diritti in Comune, Insieme per Ciampino e Partecipazione Attiva.
Con la coalizione per Alessandro Porchetta Sindaco, Ciampino è pronta a rinascere come città pubblica, inclusiva, vivibile, a misura di cittadino. Una città sicura ed ecologica, che vive, partecipa e progetta il proprio futuro. Cambiamola davvero, la nostra città!

Diritti in Comune alle elezioni del 12 giugno, per Alessandro Porchetta Sindaco

Ci siamo!

Questo è il simbolo con cui il nostro movimento si presenterà alle elezioni comunali del prossimo 12 giugno, con la coalizione che sostiene Alessandro Porchetta Sindaco. Siamo una lista di donne e uomini comuni, lavoratori e lavoratrici, disoccupati, commercianti, professionisti, studenti e studentesse, persone che si impegnano per il territorio, nell’associazionismo, per la difesa dei beni comuni. Non ci vedete solo sotto elezioni, ma ci incontrate ogni giorno dell’anno per le strade, nei comitati, nelle palestre, nei posti di lavoro, nelle attività sociali. Siamo una lista che porta avanti i temi della città pubblica, per il rilancio dei servizi locali, rivendicando una gestione nuova e virtuosa, libera dal clientelismo, in contrapposizione a chi propone solo privatizzazioni e sacrifici a chi lavora. Siamo una confluenza di anime civiche e politiche, con l’obiettivo di un governo cittadino che vada verso il superamento delle ricette del neoliberismo, del saccheggio del territorio, della devastazione ambientale, del patriarcato, della xenofobia e della guerra tra ultimi. 

Ci candidiamo a governare Ciampino, laddove tutti gli altri hanno fallito. Siamo i cittadini e le cittadine che meritano un cambiamento reale, che hanno deciso di mettersi insieme per portare in Comune le istanze delle persone in carne ed ossa, per avere finalmente una città pubblica, sostenibile e partecipata. 

Ciampino cambia, davvero.

 

Sull’ex Ostello basta propaganda! La nostra proposta: un centro per educazione ambientale e cultura

La campagna elettorale ancora non è iniziata e già abbonda la propaganda. Il terreno è ovviamente quello social, nel quale a dominare è la comunicazione spot, la proposta ad effetto, la polemica spicciola. L’ultima si è accesa sul destino della struttura comunale di Via Malvin Jones, il Casale dei Monaci e annesso ex Ostello sul quale il PD ha avanzato la proposta di metterlo a disposizione per ospitare i profughi ucraini in fuga dalla guerra. L’ex Sindaca e attuale candidata del centrodestra Daniela Ballico interviene subito, liquidando come propaganda la proposta e pubblicando una sua missiva indirizzata al Direttore Generale della ASL RM6 pochi giorni prima della sua caduta. Con una email su carta intestata, afferma si sia avviato un percorso perché quella struttura possa diventare un Ospedale di Comunità. 

Facciamo chiarezza. La Regione del Lazio con Deliberazione di Giunta n. 1005 del 30 dicembre 2021 ha reso noto l’elenco delle strutture per l’assistenza sanitaria territoriale alle quali saranno indirizzati i fondi della Missione 6 – Salute del PNRR, in particolare per le Case della Comunità e gli Ospedali di Comunità. Tra i diversi investimenti che riguardano l’ASL RM6 è previsto un unico intervento che riguarda la città di Ciampino, sulla sede del Distretto H3 di Via Mario Calò, per la realizzazione di una Casa della Comunità. Dunque al di là di quella lettera, non c’è altro. E non potrebbe essere altrimenti, visto che il Comune non ha alcuna competenza in merito. Fa inoltre sorridere come la signora Ballico accusi gli ex ospiti di responsabilità sullo stato dell’immobile quando a noi risulta, da nota n.24523 di Giugno 2020 redatta dall’ufficio patrimonio, una situazione debitoria sui canoni di locazione mai evasi dell’azienda A.S.P. per una somma pari a 195 mila euro! 

Veniamo alla proposta del PD. Per quanto la proposta sia lodevole almeno nelle intenzioni, se misurata sulla tragedia della guerra in atto, la troviamo fuori tempo massimo e inconsistente nei fatti. Quando il centro di accoglienza per rifugiati è stato chiuso nessuna voce contraria si alzò oltre la nostra, e ora viene lecito domandarsi il perché. Come non ricordare poi che quando il servizio era gestito dalla Eriches29, della galassia 29 Giugno ai tempi di mafia capitale, l’amministrazione Terzulli si dimenticò completamente di esercitare qualunque forma di controllo dell’appalto e delle mansioni da svolgere, al punto tale che solo le proposte/proteste delle realtà civiche e associative riuscirono a strappare la manutenzione ordinaria e straordinaria sulla struttura che cadeva a pezzi. L’esperienza ci ha poi insegnato come quello spazio, essendo molto lontano dalla città e non semplice da raggiungere, non sia il luogo migliore per l’accoglienza, a meno di non ridurre questo concetto alla fornitura di un pasto caldo e di un letto. 

Per noi è tempo di tracciare una proposta compiuta, in grado di andare oltre ogni spot. Una proposta economicamente sostenibile e coerente, in grado di intercettare finanziamenti sovracomunali e che abbia l’ambizione di integrare gli immobili nella cornice dell’area circostante: il Parco del Muro dei Francesi. La nostra proposta è quella di realizzare nell’area un “Centro strategico per l’educazione ambientale e la cultura” di valenza regionale, attraverso una stretta sinergia con l’Ente Parco Castelli Romani e la Regione Lazio. Immaginiamo gli immobili inseriti nella cornice del Parco in grado di accogliere studenti, ricercatori, corsi di formazione altamente qualificanti in campo ambientale e residenze artistiche temporanee. Tenendo anche conto del patrimonio archeologico presente   nell’area, che dovrà essere messo in rete con il sistema territoriale del Parco dell’Appia Antica.

Un polo strategico dove anche le associazioni culturali del territorio che ne faranno richiesta avranno uno spazio per le loro attività, grazie al regolamento dei Beni Comuni che andremo ad approvare subito in consiglio comunale. Uno spazio per la Cultura e per l’Ambiente in grado di generare anche ricadute economiche positive sul territorio ciampinese tutto.

 

 

Diritti in Comune: sabato 5 in piazza a Roma per la pace

Di fronte all’intollerabile scenario di guerra che si è venuto a determinare con l’invasione russa dell’Ucraina, Diritti in Comune si unisce agli appelli per la pace e la diplomazia avanzati dal mondo delle associazioni, dei sindacati, degli enti pubblici e privati, laici ed ecclesiastici, dalla risoluzione ONU votata ieri e dalle parole inequivocabili della Costituzione italiana nel suo articolo 11. 

In questo quadro, crediamo fermamente che:

  1. La popolazione civile va tutelata sopra ogni altro calcolo di interessi. Per questo ci uniamo all’appello per il ritiro immediato delle truppe d’invasione russe dal suolo ucraino, in quella che consideriamo una scellerata aggressione imperialista. Chiediamo l’impegno per una de-escalation che parta dalla messa in discussione dell’allargamento della NATO, a prescindere da Putin o da chiunque altro, per la creazione di spazi neutrali e disallineati che possano costituire il nucleo futuro di un mondo multipolare e un sistema di sicurezza condiviso tra le nazioni. 
  2. I profughi che scappano da questa guerra devono essere accolti tutti, senza distinzioni, così come ogni migrante in fuga da qualsiasi guerra o situazione di instabilità nel proprio paese. L’accoglienza alle famiglie ucraine di questi giorni è encomiabile, tuttavia si registrano comprovati respingimenti dei non-bianchi e dei non-cristiani che fuggono dall’Ucraina in guerra. I paesi dell’est membri della UE stanno operando scelte illegali, discriminatorie e razziste ai propri confini, mentre prosegue la scandalosa esclusione dal sistema di accoglienza dei migranti afghani, in fuga dalla rappresaglia talebana. Vogliamo anche ribadire la nostra perplessità di fronte a quei soggetti politici che si dicono oggi per l’accoglienza dei cittadini ucraini ma hanno sempre manifestato politiche di aperta xenofobia o hanno ratificato in Parlamento misure razzializzanti come i decreti Minniti o il rifinanziamento del sistema-lager in Libia. Ci auguriamo che questa nuova sensibilità, soprattutto da parte dei cosiddetti partiti progressisti, sia l’inizio di una critica interna delle proprie scelte sbagliate in merito. 
  3. Ci diciamo contrari ad ogni invio di materiale bellico offensivo in Ucraina. Condividiamo in merito le parole della Rete pace e disarmo secondo cui l’invio di armi non serve alla pace. Questo non solo per ragioni di etica morale, ma per motivi concreti: inviare armi in Libia, in Afghanistan, in Iraq, ha portato solo terrorismo e guerre civili permanenti. Esistono poi problemi logistici per l’Ucraina: non sappiamo a chi possono finire in mano e, anzi, possono diventare lo strumento che alimenta il conflitto tra milizie radicalizzate su entrambi i fronti. Crediamo nella via diplomatica, così come delineata e caldeggiata, tra gli altri, dall’assemblea delle Nazioni Unite e dal papa della chiesa cattolica. Crediamo che un’alternativa concreta, per aiutare le truppe regolari ucraine a difendere i civili, possa essere l’invio di aiuti umanitari e materiale non-offensivo (giubbotti anti-proiettile e altre forniture di protezione), così come proposto da alcune forze di governo europee. La via maestra resta la ricerca di una soluzione diplomatica, in fretta e senza indugi. Nessun analista militare vede possibile oggi una vittoria bellica dell’Ucraina, dunque l’alternativa è tra un conflitto mondiale contro una potenza nucleare, nel quale ci prendiamo tutti la responsabilità di intervenire direttamente, o la via diplomatica verso una soluzione non bellica, per la tutela degli equilibri, della pace globale, della sopravvivenza della specie umana. 
  4. Il “fronte interno” politico e culturale che si sta delineando nella nostra società, è grave ed intollerabile. Episodi di russofobia, spesso paradossali, si registrano ormai dal mondo accademico a quello dell’arte. Le accuse verso il movimento pacifista assumono i toni dell’interventismo culturale che credevamo esserci lasciati alle spalle un secolo fa, con tanto di accuse di diserzione e rifiuto dell’analisi della complessità. Sappiamo che in Ucraina si scontrano interessi globali, anzitutto energetici, innestati su un conflitto etnico fomentato ad arte da entrambi i lati. Prendere la parte dei popoli aggrediti è giusto, mentre introiettare le ragioni di una parte dentro un conflitto etnico-identitario, per noi europei che dovremmo credere nella solidarietà tra i popoli, può essere l’inizio di una spirale pericolosa. Siamo per un’Ucraina plurinazionale e per un’Europa di tutti i suoi popoli. Per questo non accettiamo alcuna forma di censura di culture identificate come “nemiche” e mettiamo in guardia da una simile deriva dentro le nostre società, anche locali. 
  5. Ancora una volta, come abbiamo sempre fatto come forza politica locale, ci schieriamo per l’autodeterminazione dei popoli contro l’arroganza degli imperi. Così come siamo stati in piazza nella nostra città per il Rojava contro l’invasione da parte della Turchia, per la Palestina contro le continue guerre sporche e le ripetute annessioni territoriali di Israele, oggi siamo accanto alle popolazioni dell’Ucraina nelle loro sfaccettate diversità, le loro legittime aspirazioni, consapevoli che andrà anzitutto ricercata una pace interna a quel meraviglioso paese, da Kiev al Donbass, verso una soluzione di convivenza, plurinazionalità, neutralità. Per quanto difficile, di fronte alle spinte imperialiste su entrambi i lati, crediamo sia il cammino che l’Ucraina e l’Europa tutta dovrebbero tentare. 

Per tutte queste ragioni saremo in piazza sabato 5 marzo a Roma, accanto alla Rete pace e disarmo e le altre organizzazioni aderenti alla manifestazione per la pace in Ucraina. Dare un segnale con la nostra presenza è fondamentale. L’appuntamento dalla stazione di Ciampino, lato piazza L. Rizzo, è alle ore 13.20. 

Porchetta si candida a Sindaco: Una coalizione alternativa per la città pubblica

Un gruppo sempre maggiore di cittadine e cittadini, forze politiche, movimenti civici, si sono ritrovati per costruire una proposta politica alternativa al centrodestra e al centrosinistra per le elezioni amministrative del 2022 a Ciampino. Attorno a un’idea di città pubblica, in cui finalmente Beni Comuni e servizi tornino nelle disponibilità e per gli interessi della cittadinanza, per la tutela dell’ambiente e del bene comune, sta prendendo vita una coalizione che candiderà a Sindaco il ricercatore universitario Alessandro Porchetta. Tra le forze organizzate promotrici di questa proposta troviamo Diritti in Comune, Europa Verde Ciampino, Partecipazione Attiva, Possibile, nonché militanti di Rifondazione comunista. 

Volto noto delle battaglie cittadine per la dignità degli ultimi, dei movimenti locali ambientalisti, delle vertenze sindacali di base, Alessandro Porchetta è oggi un attivista del movimento Diritti in Comune, per il quale ha svolto il ruolo di Consigliere comunale nel biennio 2020-21. Nell’ambito di questa esperienza è stato uno dei rappresentanti eletti più attivi, in un serrato lavoro di squadra con la sua forza politica, sempre rivolto allo studio dei problemi, alla critica puntuale e alla proposta concreta, rappresentando un punto di riferimento per tanti cittadini e cittadine che hanno avuto in lui una voce dentro le istituzioni a difesa delle proprie istanze. Siamo certi che chiunque viva le difficoltà di una Ciampino abbandonata a sé stessa da chi l’ha amministrata prima, possa trovare nel nostro programma partecipato e in Alessandro Porchetta una valida alternativa al rischio di farla ricadere nelle stesse mani.

“Le classi dirigenti del centrosinistra prima e del centrodestra poi, se così vogliamo ancora chiamarle, hanno fallito miseramente – dichiara Porchetta in una nota – e ci lasciano una città incompiuta, schiacciata tra un consumo di suolo ogni anno più grave e una mobilità insostenibile, dove i servizi pubblici sono sempre meno, così come il verde urbano realmente fruibile per i cittadini. Gran parte del patrimonio pubblico cade a pezzi e la ristrutturazione del polo della ex cantina sociale non vede ancora luce, nonostante le promesse di tutti. Due anni scarsi di amministrazione Ballico sono riusciti nell’impresa unica di far ancora peggio di prima: le destre avevano il sogno di appaltare a soggetti privati tutti i beni costituenti il nostro patrimonio comunale, secondo la stessa inossidabile logica di mercato che per decenni ha prevalso nel governo di Ciampino, ma per fortuna li abbiamo mandati a casa. Ora è ricominciato il balletto dei candidati, tra chi va da una parte chi va dall’altra spostando presunti pacchetti di voti. Il solito meccanismo costruito sulla totale inconsistenza di una qualunque proposta, visione o idea della città del futuro. Un quadro francamente imbarazzante che speriamo i cittadini rispediscano al mittente.”

“Per questo lanciamo la nostra proposta, in totale contrapposizione con il passato: una proposta aperta a tutte quelle realtà sane cittadine, dal mondo ecologista e dell’impegno sociale, a chi vive nella periferia di Ciampino o nei quartieri più popolari, e vorrebbe una città diversa. La nostra è una proposta politica, prima che elettorale, e la vogliamo costruire attraverso un percorso di condivisione di tematiche e prospettive il più possibile pubblico e partecipato, come da nostra tradizione. Se sarò Sindaco mensilmente avremo iniziative nei vari quartieri, con la Giunta e i dirigenti al mio fianco per ascoltare i problemi concreti di chi vive la città. Istituzionalizzeremo strumenti di democrazia diretta, partecipata e di controllo popolare fin dai primi mesi, andando ad approvare da subito il regolamento per la gestione dei Beni Comuni. 

Abbiamo individuato le priorità di azione nella la realizzazione del Parco del Muro dei Francesi, il completamento della cantina sociale, il superamento delle attuali aziende partecipate per riconvertirle in aziende comunali pubbliche, il rilancio della proposta culturale cittadina attraverso adeguate risorse, piste ciclabili e potenziamento del trasporto pubblico locale, e poi ancora investimenti da ottenere in ambito distrettuale per il potenziamento del socio-sanitario territoriale. Per far ciò bisogna subito riportare i conti in ordine nel bilancio comunale anche attraverso l’individuazione degli sprechi e potenziare gli uffici comunali, inoltre immaginiamo un ufficio di scopo per intercettare i fondi PNRR ed europei. C’è un enorme lavoro da fare ma solo insieme con i cittadini e le cittadine, tramite l’ascolto continuo e dandoci gli strumenti per determinare le scelte politiche, anche per il tramite di maggiori istituti e forme di partecipazione diretta, si può pensare di realizzare il cambiamento che immaginiamo.”