La Folgarella merita rispetto!

Lettera alla cittadinanza, verso un’assemblea pubblica per la dignità dei nostri quartieri.

Il quartiere della Folgarella, le sue (poche) strutture e servizi pubblici, vivono una condizione di abbandono ormai insostenibile, non dissimile da quello di altri quartieri periferici di Ciampino, ma in costante peggioramento anno dopo anno, ad ogni amministrazione che si succede. L’attuale Giunta Colella, a due anni e mezzo dal suo insediamento, non sembra aver cambiato modus operandi rispetto alle precedenti: ci si ricorda della Folgarella solo quando si tratta di “deviare” risorse economiche fuori dal quartiere a fronte delle volumetrie di cemento che invadono il territorio. E’ stato il caso del ristoro per il Piano edilizio integrato di via Reverberi, il cui carattere puramente speculativo Diritti in Comune ha denunciato sin dal 2015, quando presentammo, insieme a comitati e associazioni, osservazioni tecniche alla delibera di cui chiedevamo la revoca.

Nel quartiere della Folgarella risiedono oltre 5.000 persone con una dotazione di verde pubblico che non raggiunge nemmeno 1,00 mq per abitante. I servizi, alcuni di livello comunale, appaiono poco integrati con il quartiere che sconta la mancanza di spazi di aggregazione all’infuori delle strutture nel parco della Folgarella ad uso esclusivo del centro anziani. Con l’approvazione del Piano integrato di Via Reverberi, con un notevole aumento di cubatura rispetto a quanto previsto dal PRG, l’amministrazione comunale di allora, con la stessa guida PD della attuale, ha rinunciato alla pianificazione unitaria di 13 ettari di territorio con la possibilità di realizzare un parco di ben 5 ettari.

In seguito, con l’amministrazione Ballico, non solo si è scelto di appaltare al privato tutto l’intervento di ristoro da realizzare per l’incremento di valore delle aree di via Reverberi, ma gli si è data la possibilità di realizzare prima l’intervento urbanistico speculativo e solo dopo l’opera di interesse pubblico, identificato nel completamento del teatro comunale. Di fatto alla Folgarella si è lasciato solo il cemento, spostando il ristoro altrove, rinunciando a qualsiasi idea di pianificazione e controllo cittadino dei processi di trasformazione urbana, condannando il quartiere ad un futuro di saturazione, assenza di servizi pubblici e di verde.

Parlando di spazi pubblici, servizi e verde assente, non possiamo non parlare dell’unico spazio sportivo del quartiere, il campo “Alessandro Agresta”, con l’annesso parco della Folgarella che lo circonda. Un campo dove giocava una squadra di calcio a 5, che un tempo fungeva da punto di aggregazione sociale per tante famiglie, che si riunivano non solo il giorno della partita ma anche in altre occasioni durante l’anno, per far vivere e prendersi cura dello spazio insieme ai vertici della società, la quale gestiva la struttura in modo impeccabile e permetteva di praticare sport a prezzi popolari. Ad oggi sia il campo che l’intero parco, lasciato in completo abbandono e degrado strutturale, sono ormai inservibili per i cittadini che vorrebbero usufruirne. Come Diritti in Comune abbiamo presentato una mozione, esattamente un anno fa, per chiedere la riqualificazione, con interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, del Parco della Folgarella e successivo utilizzo dello strumento dei Patti di Collaborazione per la gestione del Parco e delle sue strutture. Purtroppo la mozione è stata bocciata in Consiglio comunale con i voti contrari della maggioranza. Un’occasione persa per investire in spazi di aggregazione e socialità, attraverso percorsi partecipativi, nel quartiere Folgarella.

Negli anni passati gli stessi residenti, raccogliendo fondi autonomamente attraverso il Comitato di quartiere, comprarono sistemi di videosorveglianza per il parco e per la sicurezza delle sue strutture pubbliche, sistematicamente vandalizzate in modo via via più pesante. Le stesse telecamere comprate dai cittadini sono andate distrutte. Il meccanismo sembra sempre lo stesso, volontario o meno, dell’intero sistema di gestione dello spazio urbano pubblico che DiC ha sempre denunciato: stiamo forse aspettando che il deperimento del parco diventi irreversibile, per poi aprire le porte a qualche “salvifico” intervento privato? Ci auguriamo di no.

Intanto sembra che qualche spiraglio si apra per il parco, ma il punto è: in che modo e con quali tempi? Ad oggi esiste una delibera di Giunta che vorrebbe utilizzare, per azioni di riqualificazione e incremento di attrezzature pubbliche alla Folgarella, i proventi della vendita dei volumi sviluppati su un terreno edificabile di proprietà pubblica situato all’interno del Comparto Artigianale “D7”, un Piano di Lottizzazione privata che ha realizzato capannoni industriali in Via Lucrezia Romana. Un percorso che richiederebbe diverso tempo, dal momento che ancora neppure la vendita dei terreni è avvenuta.

La nostra idea è quella di andare a prendere i fondi dove già ci sono, in particolare nella tassa di compensazione ambientale IRESA, pagata dalle compagnie aeree a fronte dall’impatto acustico che l’aeroporto ha sulle nostre comunità. Una possibilità che permetterebbe al Comune di riqualificare il parco e le sue attrezzature in tempi assai più rapidi, nonché, finalmente, una misura di giustizia economica per un quartiere che, tra le altre cose, ha sempre subito danni ambientali derivanti da fattori esterni (aeroporto, traffico di attraversamento, roghi tossici). Per questo motivo stiamo per protocollare una mozione in Consiglio comunale in cui sollecitiamo la Giunta a prendere in considerazione la strada dell’impiego dell’imposta IRESA al fine di dare finalmente un po’ di dignità all’unico spazio aggregativo di un quartiere così profondamente dimenticato.

I problemi del quartiere, infatti, non finiscono dentro i confini del parco. Pensiamo ad esempio al sottopasso tra via Donizetti e via della Folgarella, forse uno dei luoghi più insalubri, abbandonati e insicuri della città, privo di illuminazione e di fatto inutilizzabile per il livello di sporcizia e di rischi per l’incolumità di chi lo attraversa. Parliamo dei marciapiedi e delle strade dissestate, una situazione scandalosa per il quartiere che segna letteralmente l’ingresso a Ciampino dal Raccordo Anulare. Ad oggi perfino gli interventi delle piste ciclabili su viale Kennedy, come abbiamo scritto di recente, appaiono inutili a fronte dell’assenza di una rete ciclopedonale che superi i nodi pericolosi, come la rotonda di via Kennedy e l’incrocio di via Morena e riconnetta, ad esempio, il quartiere con la pista che tomba il fosso della Patatona lungo il confine con Roma, anch’essa in condizioni di abbandono e che permetterebbe di raggiungere in sicurezza il vicino Parco degli Acquedotti. Abbiamo denunciato e torniamo a denunciare l’approccio menefreghista, diremmo quasi “coloniale”, con il quale si tratta la Folgarella, da dove si traggono risorse ma al quale non si redistribuisce alcun beneficio.

Per questo invitiamo la cittadinanza, i commercianti, i lavoratori e le lavoratrici, le associazioni del quartiere, ad un’assemblea pubblica che chiameremo per il giorno 15 marzo presso il parco della Folgarella, per parlare di questi e degli altri problemi del quartiere e per definire insieme i prossimi passi necessari a far valere la voce dei residenti. Un momento di discussione che sarà anche l’occasione per presentare e dare forza pubblica alla nostra azione in Consiglio comunale per destinare i fondi IRESA per la riqualificazione del parco. 

Roma vuole spostare gli autodemolitori alle porte di Ciampino? Chiediamo chiarezza ed esprimiamo il timore della comunità

“Cosa si sta tentando di fare alle porte del nostro territorio, in merito alla delocalizzazione degli autodemolitori romani? Questa mattina stessa abbiamo protocollato un’interrogazione in merito alle allarmanti notizie che arrivano circa una prossima ordinanza del Sindaco di Roma finalizzata a spostare ai confini di Ciampino gran parte degli sfasciacarrozze della zona di Centocelle, dopo il grave incendio di luglio scorso di uno di questi”. Lo dichiara il movimento Diritti in Comune in una nota a seguito delle notizie uscite nella giornata di ieri su alcuni organi di stampa. 

“Siamo ben consapevoli dei problemi socio-ambientali del quadrante di Roma est – dichiara il consigliere comunale di DiC Alessandro Porchetta -, siamo in contatto con alcuni residenti dell’area e siamo solidali con le loro battaglie, ma la soluzione del Comune di Roma non può essere quella di riproporre esattamente lo stesso scenario in un’altra zona della città. La soluzione dovrebbe prevedere una localizzazione diffusa, caso per caso, senza andare a creare altri mostri ecologici come quello in questione. Per questo – prosegue Porchetta – chiediamo trasparenza ed un pronto intervento dell’Amministrazione comunale di Ciampino, sia per fare chiarezza sulla vicenda che per ribadire la forte preoccupazione della nostra comunità”. 

“Il Comune di Roma – conclude la consigliera comunale di DiC Francesca De Rosa – ancora una volta sembra avere intenzione di spostare i suoi problemi sull’estrema periferia romana e dunque sulla nostra Provincia. I Comuni dell’Area metropolitana non sono la discarica dell’Urbe, il modello individuato per la questione rifiuti non può continuare anche con il tema degli autodemolitori! L’area in questione ha vissuto anni di aggressione ambientale con la vergognosa baraccopoli monoetnica della Barbuta, chiusa un anno fa, dove abbiamo denunciato tante volte la rete di smaltimento illecito di rifiuti che portava al fenomeno dei roghi tossici. Oggi quell’area va urgentemente bonificata. L’ultima cosa da fare è spostarci l’ennesima bomba ecologica, in un territorio già martoriato da inquinamento aeroportuale e veicolare”.

Porchetta, lettera aperta in risposta alla candidata Ballico

Comprendo che le elezioni comunali possano rappresentare per qualcuno un’ancora di salvezza, magari quel lavoro a tempo pieno che manca, la svolta di una vita. Finché sfottono il mio cognome rappresentando una “porchetta senza testa”, mi ci faccio una risata su e un po’ li compatisco. Ciascuno ha il suo stile, che certamente non si insegna. Certo che i difensori della “famiglia tradizionale” che sfottono i cognomi, i quali si portano dietro tutta la storia di una famiglia, definiscono il livello culturale e anche la scarsa coerenza.
Quando però scrivono che io sarei “la stampella dei palazzinari”, perché con il comunicato di ieri regalerò di fatto la città ai palazzinari, devo necessariamente prendere parola e rispondere alla leader strillona del centrodestra, alla piccola “Meloni ciampinese”.
In primis invito tutti a riflettere su chi l’ha selezionata, non una ma ben due volte, ovvero quella “classe politica” del centrodestra romano che è da sempre la faccia istituzionale di palazzinari e poteri forti. Da sempre. Che poi scusi, signora Ballico, non è così anche per lei qui a Ciampino? Proviamo a capire un po’ meglio.

Ricorda il Piano Integrato di Via Reverberi? Nonostante le promesse prese davanti a me e a tanti cittadini prima delle elezioni ha regalato a un noto costruttore ciampinese la possibilità di completare la realizzazione delle sue palazzine, rimandando il completamento dei lavori pubblici previsti nella cantina sociale, previsto come compensazione, ad un momento successivo. Come? Redigendo un cronoprogramma che dà al costruttore di cui sopra circa 2 anni di tempo in più per l’inizio dei lavori successivi al rilascio della licenza edilizia.
Quello che la signora Ballico e i suoi tecnici dovrebbero spiegarci è perché sia stato stralciato quanto era stato invece sottoscritto dalla commissaria prefettizia in un precedente un accordo di programma che obbligava il costruttore a fare esattamente il contrario. Prima si realizza l’opera di pubblica utilità, poi l’intervento edilizio. Io un’idea ce l’ho ma sarebbe gradita una sua risposta.
Chi è la stampella dei costruttori? Lei o chi come me in Consiglio comunale si è opposto a tutto questo?

Andiamo avanti, e parliamo dei suoi collaboratori. Lei ha portato a Ciampino nel suo team diversi dirigenti romani che parteciparono attivamente, da protagonisti, alla costruzione del piano regolatore di Veltroni, e ora ci viene a parlare di palazzinari e alternativa al PD? Lei che si è circondata dei tecnici e professori universitari pagati lautamente, tramite consulenze faraoniche che sono costate alla città circa 110 mila euro a fronte di un processo di rigenerazione urbana mai partito?

Lei ha l’ardire di associare la mia persona “ai palazzinari”?
Forse è un problema di memoria! Se così è, per iniziare, si faccia raccontare il ruolo politico del centrodestra nell’approvazione delle varianti al piano regolatore di Ciampino, in particolare delle zone legge 167, qualora non lo conosca bene. Si faccia raccontare come per venti anni il centrodestra a Ciampino ha coscientemente deciso di abdicare a qualunque forma di opposizione alle scelte del centrosinistra, in cambio di strapuntini e accordi politici “ai più alti piani” che tutti conoscono, e che volendo sono facilmente identificabili con cariche. Di senatori d’altronde ne abbiamo avuti pochi in questo territorio.

Soprattutto si faccia raccontare di Colle Oliva, su questo può chiedere delucidazioni al suo ex vicesindaco che la vicenda la conosce molto bene. Vede, io quando facevo le battaglie a Ciampino per la città pubblica, lei non sapeva neanche dove fosse la nostra città. Poi è stata catapultata qui dagli organismi politici di partito ed ha vinto meritatamente le elezioni. Chapeu. In due anni è riuscita nell’impresa di perdere una maggioranza bulgara e senza colpo ferire si ripresenta senza uno stralcio di autocritica.
Io però in questi due anni e mezzo ho visto lei e la sua gente all’opera: ho letto e studiato i suoi “progetti” (in realtà semplici rendering in 3D il più delle volte, ma al tempo della propaganda li passiamo come progetti) e quindi mi permetto di esercitare il legittimo diritto di critica politica, nel merito.
I suoi progetti ridurrebbero Ciampino ad essere una città privatizzata, senza quasi più nulla di pubblico. Per questo ho contrastato in prima persona quei progetti di cui tanto lei si vanta. Ho contrastato in particolare il progetto di svendita della Cantina sociale, che lei vorrebbe convertire in un centro di analisi e una filiale bancaria. La nostra ex Cantina sociale, quella che aspettiamo da venti anni, e che è stata pensata come polo culturale e che lei vorrebbe regalare a un altro privato, quando mancano 100 metri dall’arrivo dalla conclusione dell’opera!

In questi due anni ho anche partecipato a tre esposti all’Autorità Nazionale Anti-Corruzione, insieme a tanti altri consiglieri di minoranza, da lei sempre considerati un peso per i suoi grandi obiettivi, più che un pezzo di rappresentanza democratica dei cittadini elettori.
Colgo l’occasione per ricordarle che l’ANAC è riuscita a riprenderla per ben due volte in tre anni: la prima volta con sospensiva di tre mesi dall’assegnazione degli incarichi e la seconda facendole notare che i progetti agli architetti si affidano per bando, e non facendoli lavorare gratis per farsi scrivere il progetto in cambio di un impegno a dargli successivamente la direzione dei lavori!
Signora Ballico esistono ancora le regole in questo paese, nonostante un pezzo significativo di ceto politico le consideri sempre un limite alla “giusta” sfrontatezza!

Ho visto inoltre in questi due anni l’arroganza e la prepotenza di chi non ha mai rispettato le minoranze e non ha mai voluto un confronto politico, di chi spegneva il microfono durante gli interventi di Consiglio comunale grazie alla gestione dell’organo garante, la Presidenza del Consiglio comunale, che si è contraddistinto per prepotenza e non rispetto delle regole civili.
Concludo dicendo che non è vero che destra e sinistra non esistono più: lei signora Ballico è una donna di destra, di estrema destra come sostiene la sua leader di partito Giorgia Meloni. Lei sostiene e si riconosce in valori umani e politici lontani anni luce dai miei, e non capisco perché non dovrei tenere conto nelle mie valutazioni politiche.
Io ho ascoltato il discorso della Meloni dal palco di Vox, organizzazione di estrema destra spagnola che si contraddistingue per le retate contro gli immigrati e gli slogan pieni di odio e violenza. Non ho “avuto paura” come dicono alcuni, ho provato solo ribrezzo e rabbia per quelle parole. Rabbia per quei rigurgiti che cavalcano la crisi economica e le difficoltà delle persone comuni indicandogli un falso nemico e una finta soluzione.
Io appartengo all’altra parte del mondo, sarà per questo che quando ho visto camminare negli uffici comunali uno come Ciavardini, condannato per la strage di Bologna e amico di qualche suo compagno di viaggio, mi ha nuovamente ribollito il sangue.

Pensi, signora Ballico. Lei ha fatto talmente tanto in due anni che è riuscita nell’impresa di farmi dire che l’altra opzione, il centrosinistra le cui scelte ho combattuto per strada una vita, e che ancora oggi non mostra segni significativi di discontinuità politica, è meno pericoloso di quella che ha in mente lei per questa città.
Io non mi rassegno certamente al meno peggio e, in completa autonomia e insieme a chi crede che un altro mondo sia ancora possibile, continuerò a sfidare le vostre, terribili per me, idee politiche.
Sino alla vittoria.