Aderiamo agli Stati Popolari il 5 luglio!

L’emergenza sanitaria e sociale del Covid-19 è già evoluta sotto forma di crisi globale. Guardiamo a ciò che succede in tutto il mondo: mentre avanza il numero dei morti, aumenta il divario della disuguaglianza. Le misure di lockdown hanno dimostrato di funzionare solo laddove le persone non sono costrette a spostarsi per vivere, per andare a lavorare nei campi, nelle fabbriche, nei magazzini della logistica. Lo si vede nei paesi del Sud globale fortemente colpiti, dove si sta mostrando il volto di classe della pandemia, ma lo stiamo vedendo anche a Mondragone dove sono esplose le contraddizioni di un sistema che non conosce alternative: rende invisibili oppure stigmatizza.

Tuttavia, paradossalmente, la voce grossa in questa fase la stanno facendo Confindustria e i grandi imprenditori che stanno provando ad utilizzare la crisi per ridisegnare il rapporto tra lavoro e impresa, come sempre accade nei periodi di crisi. Ma la verità è che la crisi la pagano ancora una volta le classi popolari, la cui voce stenta a farsi sentire. In piazza abbiamo visto piattaforme rivendicative che ripresentano le solite ricette economiche liberiste come il superamento dei contratti nazionali, la maggiore flessibilità in uscita, finanziamenti a fondo perduto a grandi imprese, etc. Abbiamo ascoltato imprenditori e politici che fino a ieri lamentavano la presenza troppo ingombrante dello Stato, decantando la supremazia della mano invisibile del mercato, ma che oggi davanti alla crisi esigono l’intervento pubblico per loro stessi.

La nostra voce fa meno rumore di quella dei settori di potere, ma non è detto che debba essere così, non siamo costretti a restare in silenzio! Guardiamo alle proteste degli invisibili negli USA, guardiamo allo sciopero dei braccianti in Italia contro l’ipocrisia della regolarizzazione Bellanova, pensiamo alle proteste della solidarietà organizzata in questi mesi contro l’immobilismo delle istituzioni nell’affrontare la crisi alimentare. Pensiamo alla voce inarrestabile dei giovanissimi che chiedono un cambiamento radicale delle politiche ambientali, pensiamo al mondo della scuola che vuole farsi sentire per ribadire la centralità dell’educazione pubblica e democratica.

Per questo Diritti in Comune aderisce convintamente e partecipa alla mobilitazione del 5 luglio convocata con il nome di Stati Popolari, a piazza San Giovanni. E’ ora di far sentire le voci degli ultimi, degli sfruttati, di chi vive nella marginalità, dei disoccupati, degli studenti, delle famiglie che non riescono a mettere in tavola il pranzo e la cena, degli invisibili di tutta Italia. Nei prossimi giorni daremo appuntamento per chi vorrà unirsi da Ciampino per raggiungere insieme piazza S. Giovanni.