Muro dei Francesi, torna l’incubo del cemento. Colella dimostri di volere il Parco pubblico
Nel febbraio del 2023, celebrando il decennale della scoperta del gruppo scultoreo dei Niobidi nella villa dei Valerii a Ciampino, alcune associazioni organizzarono e rilanciarono una discussione pubblica per avviare concretamente la realizzazione del Parco del Muro dei Francesi: il grande parco pubblico per la città, di oltre 10 ettari, capace di abbracciare i Beni vincolati dal Ministero della Cultura nel 2015. In quell’occasione, e in questo senso, la Sindaca Colella prese impegni importanti. Nei mesi successivi la comunità di Diritti in Comune si era resa più volte disponibile a confronti di indirizzo sull’obiettivo, con la Sindaca, l’Assessore all’Urbanistica Silvi e l’Ufficio Tecnico. Nell’ottobre scorso denunciavamo e chiedevamo a Comune e autorità competenti di verificare i lavori in corso nei Casali Secenteschi da parte di un fantomatico “Condominio Marcandreola”, con tanto di ecobonus. Ancora a gennaio, sollecitavamo un piano di azione chiaro per l’istituzione e la fruibilità del Parco.
Abbiamo sempre ripetuto il nostro punto di vista su ciò che l’Amministrazione avrebbe dovuto fare: manifestare con atti concreti l’obiettivo politico del Parco del Muro dei Francesi, con deliberazione, cambio di destinazione d’uso dell’area, ultimazione della bonifica degli ordigni bellici e risoluzione delle pendenze con alcuni dei vecchi proprietari dei terreni, e ogni volta, dopo ogni incontro, siamo stati rassicurati che nelle settimane successive si sarebbe provveduto. Così non è stato.
Pochi giorni fa, nel corso di una Commissione Urbanistica presieduta dalla nostra Consigliera Francesca De Rosa, appare un documento, sfuggito a chi di dovere per la sua importanza: la sentenza di un ricorso presentato al Consiglio di Stato dagli eredi di un terreno su via Superga. Gli appellanti, vistasi negare dalla Soprintendenza la possibilità di edificare quanto concesso dal Comune prima dell’apposizione del vincolo del 2015, chiedevano fosse riconosciuto il loro diritto a costruire. La sentenza, datata novembre 2023, sottrae il lotto in questione (1200 mq) dal contesto unitario del Bene tutelato dallo Stato (i Casali della Marcandreola, i portali monumentali, la villa dei Valerii, l’oliveto storico), cioè dalla tenuta del Muro dei Francesi, autorizzando una prima cementificazione del sito che da più un decennio tentiamo di trasformare in Parco pubblico e metterlo finalmente a disposizione della cittadinanza e del territorio. La sentenza, nascosta o non considerata, è sconcertante: il ricorso, avviato nel 2017, pendeva da anni sulla discussione pubblica del Parco del Muro dei Francesi, completamente ignorato da chi doveva sapere. L’inconsapevolezza di atti pubblici non può essere tollerata nella politica amministrativa.
Diritti in Comune, denuncia la gravità di quanto è avvenuto, la sua implicazione politica, ma è pronta comunque a rilanciare.
Per evitare che la questione del Parco del Muro dei Francesi rimanga – come capitato per l’Igdo – un comodo quanto inutile argomento elettorale, chiediamo a Giunta e Consiglio Comunale di manifestare tramite atti formali l’interesse pubblico per l’intera area.
Chiediamo di avviare immediatamente il processo amministrativo per rendere fruibile la vasta area già di proprietà pubblica, per ottemperare alle indicazioni del vincolo di Bene Culturale e per preservarla da ulteriori aggressioni edificatorie attraverso i seguenti atti:
- Cambio di destinazione d’uso da area destinata a edilizia economica e popolare ad area destinata a verde pubblico.
- Istituzione del Parco del Muro dei Francesi con dichiarazione di interesse pubblico.
- Stanziamento dei fondi necessari per l’ultimazione della bonifica degli ordigni bellici (si ritiene congruo un importo di circa 100.000 euro).
- Coordinamento con la Soprintendenza per definire tempi e competenze per la ricostruzione dei due portali della Marcandreola, il principale crollato ormai nel 2011.
Chiediamo infine che per l’istanza dei ricorrenti, rigettata dal TAR nel primo grado di giudizio e poi accolta in Consiglio di Stato, venga riconosciuto subito il ristoro compensativo in altra zona del territorio comunale, scongiurando cosí l’edificazione in quell’area e ristabilendo il valore unitario – archeologico, architettonico e paesaggistico – riconosciuto dal vincolo del 2015 al Parco del Muro dei Francesi