(R)Esistere oltre il governo Draghi
La crisi sanitaria e sociale che stiamo attraversando non ha precedenti: ne viviamo le conseguenze fin nei nostri territori, dove l’aggressione neoliberista al sistema di salute pubblica ci ha lasciato una sanità sconnessa e senza risorse adeguate ad affrontare la pandemia; dove le ripercussioni psicologiche, economiche e sociali, hanno di fatto reso ancora più evidenti le contraddizioni ed aumentato le disuguaglianze. Per questo ci stiamo battendo dall’inizio della crisi Covid per il potenziamento della medicina territoriale e stiamo dando supporto alle reti locali di mutualismo e solidarietà popolare.
La pandemia e alcune delle risposte strumentali di istituzioni e gruppi padronali hanno reso invisibili le rivendicazioni e il conflitto sociale, riducendo tutto a problemi di ordine pubblico e colpevolizzazione delle fasce che patiscono maggiormente le restrizioni. Mentre il virus correva sui mezzi di trasporto e nei posti di lavoro, le mobilitazioni dal basso si assumevano la responsabilità di inventare nuove forme e strumenti di organizzazione in totale sicurezza, senza rinunciare alla rabbia di chi ancora una volta si sta sobbarcando tutto il peso della crisi. “Se ci chiudi, ci paghi” è il grido che abbiamo portato anche nella nostra città.
L’esecutivo Conte II era tutt’altro che perfetto e non mancavano i motivi per contestarlo: dalla gestione della seconda ondata, più attenta ai bisogni di Confindustria che a quelli delle persone, alle tante occasioni perse su scuola, sanità, ammortizzatori sociali. Ma è stato fatto cadere con una manovra di palazzo per instaurare un governo guidato dall’ex presidente della Bce Mario Draghi, osannato da tutti i media, con una maggioranza spaventosamente larga che comprende Pd, 5 Stelle, Lega e Forza Italia, e personaggi tristemente conosciuti come Giorgetti, Brunetta e Gelmini.
Ancor più ci preoccupano i profili tecnici e in generale l’impronta politica nelle azioni che il governo ha già chiarito di voler intraprendere. Dietro la parola transizione ecologica, ad esempio, affidata a un nome di Leonardo Spa come Cingolani, sembra nascondersi l’ennesima ipocrita contraddizione che rivela ben altri intenti, tra cui la decisione di puntare ancora sull’industria bellica internazionale. Ma una vera transizione ecologica non può che essere solidale, non può che affrontare radicalmente il tema della riconversione dell’Ilva o del ripensamento della Tav Torino-Lione. Il resto sono le solite operazioni di “greenwashing”.
Il governo Draghi sembra nascere con l’intento di gestire le risorse del Recovery Fund per conto dei gruppi di potere nazionali ed europei, che evidentemente non sentivano i propri interessi adeguatamente rappresentati nemmeno da un governo timidamente socialdemocratico come quello precedente. Da questo quadro sconsolante, di cui ancora tanto ci sarebbe da dire, nasce la nostra esigenza di incontrarci e parlare della fase nazionale che stiamo vivendo e che, come detto, riguarda da vicino il destino dei nostri territori e le scelte che ricadranno direttamente su di essi.
Per questo abbiamo deciso di organizzare un’assemblea, come nostra abitudine, per parlare tra attivisti, simpatizzanti e cittadini del momento che stiamo vivendo e di come affrontare questa fase da una prospettiva popolare, di ecologia integrale, di conflitto e solidarietà con i settori del lavoro e dell’esclusione sociale. L’appuntamento, che si terrà nel più totale rispetto delle distanze fisiche e delle misure di sicurezza, è per sabato 13 marzo dalle ore 10.30, presso il teatro all’aperto di Parco Aldo Moro. In caso di maltempo l’appuntamento verrà rimandato. Ricordiamo l’obbligo delle mascherine e metteremo a disposizione dispenser di gel igienizzante. Crediamo che, nella tassativa osservanza delle misure sanitarie, sia arrivato il momento di incontrarci e di prendere la parola su quello che sta accadendo nel nostro paese.
Avremo con noi alcuni ospiti: oltre al nostro Consigliere comunale Alessandro Porchetta, la senatrice Elena Fattori, seduta tra i banchi dell’opposizione al governo Draghi, e Claudio Riccio dell’associazione politica Up – Su la testa!